La bontà dopo il buonismo

 

 

Con il discorso di Mattarella di fine d’anno1, la bontà esce dall’alveo della raccomandazione evangelica, diventa un principio ideologico ed entra formalmente nell’agone politico2.

Immagine tratta dal sito billanddavescocktailhour
Immagine tratta dal sito billanddavescocktailhour

Da prescrizione religiosa a valore politico, una traiettoria inimmaginabile solo sino a qualche anno fa. E resa possibile dal cattivismo dilagante, imperante sui social ed alimentato dagli apparati di propaganda del neo-populismo di destra che su di esso ha costruito le sue fortune elettorali. In Italia ma non solo.

Perché è indubbio che se da un lato la crisi economica e sociale non favorisce la solidarietà e l’empatia nei confronti dell’altro, specie se più debole e quindi potenziale concorrente, è altresì vero che i populismi odierni  intenzionalmente tengono alta la temperatura sulla questione dei migranti in particolare e delle disuguaglianze in generale. E coloro che hanno sostenuto in questi anni le istanze dell’eguaglianza, o anche solo dell’equità, sono stati inesorabilmente bollati come buonisti e, per una serie di ragioni, hanno pagato pegno in termini di riduzione dei consensi.

Non a caso di recente ha preso a circolare sui social un’immagine, quella del miliardario che urina su un barbone in strada (Figura 1), che è una riedizione di una vignetta precedente nella quale veniva rappresentato Reagan intento a compiere la stessa operazione su un vagabondo di colore (Figura 2)3. Benchè fosse palesemente non vera, l’immagine ha inopinatamente catalizzato non pochi consensi. Forse  per il suo carattere “liberatorio”: finalmente i ricchi possono esternare senza complessi una supremazia assoluta e mostrare tutto l’arbitrio del proprio potere. E non pochi sono coloro che proprio perché non sono ricchi ambiscono ad esserlo ed intanto si comportano con una protervia che forse i veri ricchi non hanno. Ma questo è un altro discorso. E poi la realtà supera la fantasia: è proprio di questi giorni l’episodio, gravissimo, del vicesindaco leghista di Trieste che su facebook si vanta di aver gettato in un cassonetto alcune coperte trovate in strada4. Siamo alla scena dello sgocciolamento. Con una buona dose di ipocrisia in più.

Immagine tratta dal sito billanddavescocktailhour
Immagine tratta dal sito billanddavescocktailhour

L’immagine citata è stata disegnata inizialmente ai tempi di Reagan e mostrava questi intento a urinare su un barbone di colore. Erano i tempi della “deregulation” economica sulla cui strada Reagan e Thatcher trascinarono tutte le altre democrazie occidentali. Il modello di redistribuzione del reddito attraverso politiche espansive era entrato in crisi con la crisi petrolifera e l’incremento insostenibile della spesa pubblica. La reazione fu la “deregulation” con la quale si cercava di liberare le energie insite nel mercato per poter rilanciare l’economia. E’ da li che inizia a scavarsi una distanza sempre più ampia tra i più ricchi e i più poveri, di cui le ineguaglianze attuali sono un appendice oggi estesa a coinvolgere non solo gli aspetti economico-sociali ma tutti quelli che costituiscono la base di una convivenza civile, compreso lo stato di salute ed il grado di istruzione. La politica di austerità messa in atto nelle democrazie liberali di fronte alla crisi epocale iniziata nel 2008 ed ancora in corso, è figlia di quella politica.

Nel frattempo la sinistra mondiale non ha saputo elaborare una risposta ed anzi ha subito più o meno passivamente, la nuova strategia. Di cui, nella migliore delle ipotesi, si riproponeva di stemperare le asperità sociali. Sino a che, di fronte all’irrompere dei neo-populismi di destra, la sinistra è entrata definitivamente in crisi perdendo una quantità crescente di consensi e riducendosi a forza politica oggi marginale nella maggior parte delle democrazie occidentali.

Ma forse oggi il cattivismo ha colmato la misura, almeno a giudicare dai consensi ottenuti da Mattarella e dalla paura di replicare mostrata da Salvini e Di Maio. Forse oggi la “bontà” può rappresentare la base su cui ricostruire un sentire di sinistra. Ma di cosa stiamo parlando? In una delle tante definizioni di bontà, si afferma che essa consiste nell’essere “sensibile alla sorte degli altri”5 ma probabilmente c’è di più. E forse la bontà può essere definita come il sentimento di scandalo e di orrore che si prova di fronte ad una ineguaglianza patentemente ingiusta. Perché, come ricordava Bobbio, è lungo il crinale dell’uguaglianza che corre la differenza tra sinistra e destra (mentre è l’idea di libertà a dividere, in entrambi i campi, la concezione democratica da quella autoritaria).

Mattarella ha suonato la carica. Il primo cittadino di Palermo, Leoluca Orlando, ha raccolto la sfida e si propone come capofila dei sindaci che contestano apertamente gli aspetti più truculenti (e maggiormente controproducenti) del decreto sulla sicurezza approvato dal governo. La manovra di fine d’anno rischia di ampliare le già ampie sacche di ingiustizia e su una parte di queste i sindacati cominciano a mobilitarsi. Il PD seguirà, una volta che avrà celebrato il rituale delle primarie che gli consentirà finalmente di metabolizzare il lutto melanconico della sconfitta. Insomma, sotto la cenere del fallimento elettorale il fuoco cova e la fiamma della sinistra ha abbastanza combustibile per riaccendersi.

 

CDL, 6 Gennaio 2019

 

  1. Il testo integrale è riportato in: F. Q. Sergio Mattarella, il testo integrale del discorso di fine d’anno. Il Fatto Quotidiano, 31 Dicembre 2018.
  2. Si vedano in proposito le argomentazioni magnificamente svolte da Michele Serra in: Il coraggio di parlare di bontà. La Repubblica, 2 Gennaio 2019.
  3. Dave Gessner, The Trickle Down Theory, billanddavescocktailhour.com, 27 Aprile 2011.
  4.  Il vicesindaco di Trieste si è vantato di aver buttato le coperte di un senzatetto straniero. Il Post, 5 Gennaio 2019.
  5. Voce Bontà”, Vocabolario Treccani online.

 

 

 

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