La misura è colma. Forse.

 

 

Nell’ultimo periodo il governo grillo-leghista ha mostrato segni evidenti di affanno, forse non di entità tale da provocare una crisi immediata ma ampiamente sufficiente a minare la coesione della coalizione preparando il terreno di una lacerazione definitiva che non sembra tanto lontana.

D’altronde era chiaro sin dall’inizio che i due partiti di maggioranza rappresentassero interessi molto diversi ed anzi contrastanti (Nord vs Sud, razza padrona vs clientes, destra liberista vs destra sociale) e che le proposte in campo economico fossero difficili da realizzare ed incompatibili tra loro (in particolare la flat tax e la riforma delle pensioni volute dalla Lega ed il reddito di cittadinanza sostenuto dal M5S)1. Il cemento era costituito dal sovranismo monetario e dalla dichiarata ostilità alla politica di accoglienza.

Nel corso di questi mesi si sono confermate tutte le difficoltà di politica economica ma non solo. La necessità di evitare la procedura di infrazione già avviata dalla Unione Europea sulla legge di bilancio ha fatto giustizia del sovranismo monetario, ormai neanche più una opzione lontana, tantomeno un piano B (come preferiva chiamarlo il ministro Paolo Savona guadagnandosi l’ostracismo del presidente Mattarella). Inoltre il cattivismo senza se e senza ma imposto di Salvini sui migranti inizia a suscitare delle reazioni, cui appartiene a pieno titolo il discorso di fine d’anno del Presidente  della Repubblica sul senso di appartenenza ad una comunità basato sui valori opposti a quelli affermati dalla durezza leghista e dall’ignavia pentastellata. La poesia sul “migrante che vien di notte”, parodia della filastrocca sulla Befana, opera di un assessore leghista2, ed il gesto sconcio del vicesindaco di Trieste che ha gettato le coperte di un senzatetto3, hanno suscitato moltissime reazioni contrarie mentre i consensi ricevuti, che pure non sono mancati, sono sembrati una netta minoranza.353_b

Ha colpito la mancata reazione grillo-leghista alla dura reprimenda del capo dello Stato che si è soffermato sulla questione della sicurezza per sottolineare in sostanza quanto il governo deve ancora fare: “Non sono ammissibili zone franche dove la legge non è osservata e si ha talvolta l’impressione di istituzioni inadeguate, con cittadini che si sentono soli e indifesi. La vera sicurezza si realizza, con efficacia, preservando e garantendo i valori positivi della convivenza”4. Nessuna relazione con la questione dei migranti ed un invito implicito ma chiaro al governo perché provveda a combattere efficacemente le mafie. Di fronte ad una sconfessione così dura la maggioranza di governo non ha avuto il coraggio di rispondere e Salvini si è detto addirittura d’accordo con il Presidente della Repubblica. Un atteggiamento accondiscendente e persino succube che denuncia il timore che sia in corso un cambio di paradigma e che il cattivismo non sia più così diffusamente condiviso.

Se ambedue le componenti del governo segnano il passo, è indubbio che sia il M5S quello in maggiore affanno. La durezza leghista sulla questione dei migranti ha messo in sofferenza i pentastellati pure non si erano certo distinti per essere fautori di una politica di accoglienza. Si ricorderà la polemica di Di Maio sulle ONG complici degli scafisti messa in atto nel pieno della campagna elettorale 2018 e, ancora prima, l’opposizione di Grillo e Casaleggio all’abolizione del reato di clandestinità quando ebbero a dichiarare5: “Se durante le elezioni politiche avessimo proposto l’abolizione del reato di clandestinità, presente in Paesi molto più civili del nostro, come la Francia, la Gran Bretagna e gli Stati Uniti, il M5S avrebbe ottenuto percentuali da prefisso telefonico”. Eppure il rigore cattivista di Salvini è risultato eccessivo persino per il M5S il cui forte calo elettorale registrato nei sondaggi risulta da una perdita di consenso di destra a favore di Salvini ma anche dal disincanto dei suoi elettori sinistra. Da qui la posizione assunta dal Presidente del Consiglio a favore dell’accoglienza di una parte dei migranti della Sea Watch ed il via libera dato il 10 gennaio u.s. dal governo italiano con l’aperta opposizione di Salvini. Insomma, la misura del cattivismo grilloleghista sembra ormai colma e si va sciogliendo anche l’altro collante che teneva uniti i due populismi (il primo, il sovranismo monetario, si è già dissolto). Di conseguenza il governo si va sfarinando ed il pallone grillo-leghista si sgonfia inesorabilmente. Incomprensibile l’uscita dell’altro ieri di Di Maio sul boom economico prossimo venturo proprio mentre l’Istat annunciava un impressionante calo della produzione industriale6. L’impressione è che il M5S non stia molto lontano dalla canna del gas.

Ma per approfittarne la sinistra deve metabolizzare il lutto melanconico della sconfitta e mettersi nella condizione di accogliere i consensi che tracimeranno in particolare dal versante pentastellato. Saprà farlo? Ai posteri l’ardua sentenza. Certo non è un buon viatico quello di rinnegare le gloriose tradizioni del passato che anzi andrebbero rivendicate con orgoglio.

 

CDL, 13 Gennaio 2019

 

  1. Si veda in proposito: Lega Sud vs Lega Nord. Democrazia Pura, 10 Marzo 2018.
  2. “Il migrante vien di notte…”. Assessore leghista a Monfalcone posta su Facebook una filastrocca che denigra gli immigrati. Huffington Post, 5 Gennaio 2019.
  3. Il vicesindaco di Trieste si è vantato di aver buttato le coperte di un senzatetto straniero. Il Post, 5 Gennaio 2019.
  4. Il testo integrale è riportato in: F. Q. Sergio Mattarella, il testo integrale del discorso di fine d’anno. Il Fatto Quotidiano, 31 Dicembre 2018.
  5. RQuotidiano. Reato di clandestinità. Grillo e Casaleggio contro gli eletti: “Non era nel programma. Il Fatto Quotidiano, 10 Ottobre 2013.
  6. Di Maio: “Siamo alle soglie di un nuovo boom economico”. La Repubblica, 11 Gennaio 2019.

 

 

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