Da «Slavus» a «Ciao»: la sorprendente origine del termine italiano più diffuso nel mondo
La insospettata etimologia di una parola così diffusa, eppure ancora sconosciuta nel suo significato antico.
La insospettata etimologia di una parola così diffusa, eppure ancora sconosciuta nel suo significato antico.
Lo stupido è «una persona che causa un danno ad un’altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo una perdita»
E ne scaturisce la poesia di una fiaba lontana e vissuta: “ut pictura poesis”, scrisse Orazio.
La tragedia greca nasce dall’eterno conflitto di due elementi presenti nella cultura classica e ben rappresentati attraverso la mitologia. Il primo è lo spirito dionisiaco ovvero lo slancio mistico e irrazionale, il desiderio di infinito, l’ambizione all’assoluto. Il secondo elemento è l’apollineo, inteso come razionalità, equilibrio, serenità teoretica, senso di finitezza.
Prima il sacro e poi l’uomo riducono progressivamente la propria centralità mentre, contestualmente, cresce sino ad affermarsi definitamente la natura con la sua prorompente e autonoma vitalità.
Antico dunque è il desiderio dell’artista di rendere il proprio dipinto non semplicemente plausibile ma (quasi) vero utilizzando lo strumento della costruzione tridimensionale.
La tonalità cromatica leggerissima, quasi eterea, era potenziata dall’uso sapiente di una tecnica complessa che consisteva nell’applicare punti di colore, in genere un bianco sporco o un giallo molto pallido, a distanza molto ravvicinata per “rivestire” le aree del dipinto.
Inoltre, Non ci sono tombe di re, sacerdoti, guerrieri. Tutti elementi che fanno pensare che all’interno di quella società non ci fosse una stratificazione sociale organizzata in forma gerarchica.
Attraverso un vissuto onirico lo spazio si dilata ad inglobare tutte le altre dimensioni: è così che l’infinito tende a coincidere con l’assoluto.
“Ed è invincibile la sensazione che Lazzaro non voglia: che la sua natura, cioè, si opponga disperatamente a questa innaturale irruzione di un potere sovrumano, che il morto resista a questa fatica inutile: tornare in vita per poi, inevitabilmente, morire di nuovo”.