Nel 1758 l’architetto francese Charles-François Ribart de Chamoust propose di costruire un edificio a forma di pachiderma per celebrare la grandezza di Luigi XV. Infatti, nelle sue intenzioni l’elefante trionfale doveva essere il simbolo esotico di una regalità fatta di forza e di eleganza. L’edificio, immaginato su tre livelli, doveva avere un accesso nel sottopancia costituito da una scala a chiocciola ed era corredato di una fontana monumentale. Inoltre sarebbe stato dotato di innovazioni sofisticate tra le quali un sistema di ventilazione avanzato e mobili curvi per essere adattati alle pareti. L’edificio doveva sorgere sugli Champs-Élysées, esattamente dove oggi si trova l’Arco di Trionfo (1).
Il progetto non fu mai realizzato ma nonostante questo passò alla storia. Per la originalità, la capacità di rappresentare al meglio la concezione utopica dell’architettura, la bellezza straordinaria dei disegni.
Con tutta probabilità Napoleone si rifece a questo progetto quando pensò di erigere una statua colossale a forma di elefante, alta 24 metri, da collocare nella piazza della Bastiglia. Il monumento, concepito in bronzo, non fu mai costruito ma se ne realizzò solo un modello in gesso ad altezza naturale che si deteriorò rapidamente.
Oggi non possiamo prevedere quali ulteriori strade seguiranno i progetti architettonici ed urbani. Ma sappiamo con certezza che già in passato fu esplorato a fondo un immaginario utopico che fantasticava sugli spazi sulla base dell’esperienza vissuta ma anche dei sogni. L’Elefante di Ribart ne è espressione piena.
1. Le informazioni sono tratte perlopiù da Wikipedia alle voci “Charles Ribart” e “Elephant of the Bastiglie”
CDL, 3 marzo 2019. Pubblicato su Il Sestante il 27 Settembre 2018