Repubblicanesimo

Vincent Van Gogh. La mietitura 1888.

Quello che oggi viene definito Repubblicanesimo è uno dei percorsi lungo il quale si è sviluppato il pensiero democratico nel corso della storia. Ve ne sono certamente altri, pure di rilevanza assoluta, identificati da più tempo e appartenenti ormai al sentire comune. Quello del Repubblicanesimo è invece un filone messo a fuoco da John G. A. Pocock1 nel 1975 e che non è ancora uscito dall’ambito della riflessione storica. Per questa ragione si è ritenuto di riproporlo, nelle sue linee generali, ad una platea non specialistica.

Oggi il termine di Repubblicanesimo fa riferimento ad un’idea di libertà che nasce nella polis greca e nella Roma classica, rifiorisce nell’esperienza italiana dei Comuni e del Rinascimento, è teorizzata da Machiavelli e poi nel diciassettesimo secolo emigra in Inghilterra dove va a costituire la base teorica del concetto di commonwealth. La sua onda lunga giungerà sino agli Stati Uniti e alla rivoluzione americana rimbalzando poi immediatamente dopo sulla rivoluzione francese. Un’idea che invece nella sua terra d’origine, l’Italia appunto, viene prevaricata ed annullata dall’avvento di un’altra concezione, quella liberale, per essere poi recuperata, custodita e coltivata da Mazzini e dal movimento democratico che a lui farà riferimento.

Qual è questa idea? Fondamentalmente è l’idea di libertà intesa come emancipazione da qualsiasi forma di dipendenza. Nella concezione repubblicana non è importante l’assenza di vincoli, anzi necessari per l’organizzazione dello Stato, ma è fondamentale che essi diventino regole, norme e leggi che realizzino una condizione di non dipendenza del cittadino. Questa interpretazione della libertà sfugge alla classificazione ormai tradizionale di Isaiah Berlin2 che distingue la forma positiva o comunitaria da quella negativa o liberale. Nella concezione comunitaria, sia nella versione comunista che in quella cattolica, la libertà  diventa scelta, auto-determinazione. Nell’approccio liberale la libertà assume il significato di assenza di divieti. Insomma la classica diade “Libertà di” vs “Libertà da”.

Nel pensiero occidentale queste due concezioni si sono a lungo confrontate.  Tuttavia, sia pure minoritaria ed in un certo senso misconosciuta, è sempre esistita ed anzi è stata storicamente antecedente una terza idea nella quale è determinante l’assenza di dipendenza e non solo di interferenza. E’ questa concezione appunto che alcuni studiosi anglosassoni contemporanei (Philip Pettit3, Quentin Skinner4) definiscono repubblicana perché essa tende per via naturale a trasformarsi in una concezione di governo che implica la scelta della forma istituzionale repubblicana.

Il concetto di legge come garanzia e non come divieto emerge chiaramente nella celebre polemica che oppose il filosofo Thomas Hobbes ai repubblicani inglesi del suo tempo. Sosteneva Hobbes, non senza sarcasmo, che i cittadini di Lucca, libero Comune italiano, erano sottoposti alle leggi non meno dei sudditi turchi. Rispondeva James Harrington che mentre la libertà dei cittadini di Lucca era assicurata dalle leggi, quella dei sudditi turchi era una concessione del sovrano e poteva essere revocata in qualsiasi momento. Solo i primi potevano dirsi veramente liberi.

Come ha avuto modo di sostenere un altro contemporaneo, lo storico del pensiero Maurizio Viroli5, questa concezione repubblicana di libertà si sostanzia in quella che nella Roma di Cicerone era la virtù civica e che oggi possiamo definire come dovere civile, senso dello Stato, attenzione per l’interesse generale, senso di appartenenza alla comunità. Esprime bene il significato di virtù civica quello del tutto analogo tratto dalla cultura anglosassone che si sostanzia nel concetto di accountability, intesa come dovere di rendere conto agli altri del proprio operato.

 

1 John G. A. Pocock. The machiavellian moment. Fiorentine political throught and the atlantic republican tradition. Princeton University Press, Princeton, 1975.
John G. A Pocock. Il momento machiavelliano. Il pensiero fiorentino e la tradizione repubblicana anglosassone. I. Il pensiero politico fiorentino. II. La «repubblica» nel pensiero politico anglosassone. Il Mulino, Bologna, 1980.

 2 Isaiah Berlin. Two concepts of liberty. In: Isaiah Berlin (1969), Four Essays on Liberty. Oxford University Press, Oxford,1969.
Isaiah Berlin. Due Concetti di libertà. Feltrinelli, Milano, 1989

 3 Philip Pettit. Republicanism. A theory of freedom  and government. Clarendon Press, Oxford, 1997.
Philip Pettit. Il repubblicanesimo. Una teoria della libertà e del governo. Feltrinelli, Milano, 2000.

 4 Quentin Skinner. Liberty before liberalism. Cambridge University Press, Cambridge, 1998.
Quentin Skinner. La libertà prima del liberlismo. Einaudi, Torino, 2001.

5 Maurizio Viroli. Repubblicanesimo. Laterza, Bari, 1999.

 

CDL, Tivoli, 23 Novembre 2012