Franco Rizzi. La coccarda e le campane. Comunità rurali e Repubblica Romana nel Lazio (1848-1849).

 

 

Franco Rizzi. La coccarda e le campane. Comunità rurali e Repubblica Romana nel Lazio (1848-1849). Franco Angeli, Milano, 1989.

 

CopertinaLo studio di Rizzi, impreziosito da una prefazione di Maurice Agulhon, descrive con grande profondità di analisi quanto accadde nella provincia di Roma nel corso del biennio 1848-1849, quando l’Europa tutta fu scossa da un’ondata rivoluzionaria. Ma cosa realmente accadde nelle comunità periferiche dello Stato pontificio? Come reagirono ad avvenimenti di così grande portata gli uomini del tempo?

Per rispondere a queste domande Rizzi utilizza gli strumenti della sociabilità, intesa come analisi delle forme associative di gruppi non ancora organizzati come classi sociali. Le forme associative del tempo erano la piazza, i giochi di strada, le botteghe, le osterie, i caffè e tutti gli altri luoghi che ponevano in comunicazione ambienti sociali diversi. L’uso della sociabilità risulta particolarmente utile a comprendere una realtà, come quella dello Stato pontificio, scarsamente politicizzata e molto variegata dal punto di vista sociale. L’analisi delle forme associative permette di cogliere aspetti della vita del tempo che sfuggirebbero a valutazioni condotte con criteri moderni ma allora certamente non operanti. Consente, in altri termini, di leggere gli avvenimenti secondo le dinamiche reali del tempo e di osservare il processo di sviluppo storico dal suo stesso interno. Da questo punto di vista lo studio di Rizzi è esemplare e per molti versi appassionante nella ricostruzione della vita delle persone dell’epoca.

Si riporta la presentazione del volume:
“La storia della Repubblica romana può essere letta anche scegliendo come punto di osservazione non la capitale ma i paesi della provincia circostante: qui, come un’eco, giungono le notizie da Roma, e obiettivo dell’A. è valutare gli effetti che producono. Una storia quindi della Repubblica come sistema di informazioni che dal centro va verso le periferie. Che sa la gente di queste comunità laziali, piccole o grandi, di ciò che sta avvenendo a Roma? Chi si fa portatore delle informazioni, chi le detiene, chi fa sì che queste circolino, e chi invece si frappone alla loro diffusione e ne rallenta il corso sino a far scemare l’effetto dell’eco? E’ una storia dei circuiti politici che si attivano grazie a queste informazioni, ma è anche la storia delle parole, dei discorsi, delle sensazioni, delle speranze e delle contraddizioni che in una società d’Ancien Regime determinò l’irruzione di un modo moderno di concepire la politica”.

 

 

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