Francesco il lattaio

 

 

Questa è la storia di un eroe silenzioso che salvò la vita di due bambini mettendo a repentaglio la propria. La racconta Gabriele Sonnino, oggi ultraottantenne ebreo romano, che deve la sua vita al gesto audace e temerario di un uomo semplice, Francesco Nardecchia, il lattaio di Portico d’Ottavia. Ma questa è in realtà la storia dei molti eroi silenziosi che si batterono coraggiosamente contro il male del nazismo quando questo sembrava ormai dominare. Eppure lo fecero lo stesso. Per la propria dignità di uomini e per quella dei propri figli.

Figura 1. Francesco Nardecchia. Immagine tratta dal sito moked.it.

Nell’autunno del ’43, racconta Sonnino, il cerchio si va stringendo intorno alla comunità ebraica di Roma1. Un anno prima la sua famiglia, composta da madre, padre, lo stesso Gabriele ed altri tre figli, era dovuta fuggire dalla propria casa vicino il Campidoglio per andare a vivere clandestinamente all’interno di una malsana baracca della Magliana. Saputo che un religioso, fra’ Maurizio Bialek, aveva messo in piedi un sistema per dare riparo agli ebrei presso l’Ospedale Fatebenefratelli sull’Isola Tiberina, i Sonnino decidono di trasferirsi. Ma, dopo appena due giorni,  quando sembra imminente una perquisizione dei nazisti, devono lasciare il rifugio per cercarne rapidamente un altro prima che qualcuno, vedendoli in giro, potesse denunciarli magari in cambio di una manciata di soldi. I Sonnino tentano allora di entrare abusivamente in un edificio nobiliare posto in prossimità del ghetto. Il portiere, Giuseppe Bernardini, aveva ricevuto dai Pediconi, nobili proprietari del palazzo, la disposizione di aiutare gli ebrei in fuga ed offrì loro la possibilità di nascondersi in una macchina abbandonata nel cortile. Dopo il frate altri eroi, il Bernardini e i Pediconi.

 

Figura 2. Gabriele Sonnino. Immagine tratta dal sito di Repubblica.

E’ la mattina del 16 ottobre 1943, il giorno funesto del rastrellamento del ghetto, Gabriele e sua sorella Sara escono dal rifugio per andare a giocare. Hanno rispettivamente quattro e sei anni e non possono comprendere quello che sta accadendo. Non appena fuori dal palazzo, i due bambini vengono sorpresi da un soldato nazista che li afferra e sta per caricarli su una camionetta. E’ in quel momento che appare sulla scena uno sconosciuto che come una furia urla che i bimbi sono suoi figli, mostra al soldato il crocifisso che porta sul petto e poi afferra Gabriele e la sorella per trascinarli via gridando e menando loro delle sonore sberle. I bambini vengono condotti all’interno della latteria, i soldati nazisti assistono alla scena ma poi decidono di andarsene. Solo quando il rastrellamento ebbe fine, il lattaio riportò i bambini dai genitori. Francesco Nardecchia, è l’ultimo della catena degli eroi che sono serviti per salvare la vita di Gabriele e Sara. L’ultimo ed il più grande perché decise di farlo a rischio immediato della propria vita e di quella dei suoi familiari.

Figura 3.Un’immagine del ghetto di Roma. Tratta dal sito annascrigni.com

Circa settanta anni dopo, Gabriele ebbe modo di conoscere del tutto casualmente la figlia di quell’uomo, Virginia. La donna era entrata nel negozio di dolciumi del ghetto nel quale egli lavorava ed aveva avuto la curiosità di chiedere proprio a lui se ricordava il lattaio di Portico d’Ottavia. Gabriele rimase interdetto ed ancora di più quando raccontando l’accaduto di tanti anni prima scoprì che Virginia non ne sapeva nulla. Perché Francesco, semplicemente, non aveva ritenuto di raccontare l’episodio. Né a lei, né probabilmente ad altri. Un eroe silenzioso che quel giorno aveva ritenuto di obbedire alla propria coscienza di uomo. D’impulso aveva deciso di sottomettersi ad un imperativo categorico morale e di opporsi al male. Lo aveva fatto, probabilmente, per poter ancora guardare negli occhi i propri figli senza provare il rimorso di chi non vuole vedere l’orrore e, così facendo, ne diventa complice.

 

 

 

CDL, 6 novembre 2020. Pubblicato su Il Sestante il 30 luglio 2020

 

1. Si veda in proposito: Intervista di Lucia Ascione. Gabriele Sonnino scampato al rastrellamento del ghetto di Roma. Network Tv2000, 16 ottobre 2019.

 

 

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