Mitologia neo-borbonica e vacuità politica
Il numero e l’entità dei falsi storici propalati dal revisionismo neo-borbonico sono veramente clamorosi. La leggenda dello sterminio di Fenestrelle è certamente la più ripugnante.
Il numero e l’entità dei falsi storici propalati dal revisionismo neo-borbonico sono veramente clamorosi. La leggenda dello sterminio di Fenestrelle è certamente la più ripugnante.
Un’invenzione letteraria particolarmente suggestiva il mito di Rennes-le-Château, sul quale è stato costruito uno dei romanzi più fortunati di sempre, “Il codice da Vinci” di Dan Brown.
La rievocazione della cattività babilonese è una scelta di campo definitiva sulla questione ebraica e sul razzismo.
L’editore guardava le classifiche dei libri più venduti sul giornale, e fumava. Quasi non si accorse dell’ometto che era entrato con discrezione e sedeva davanti a lui.
E poi, sostengono molti utilizzando un paradosso suggestivo, esistono ambienti fatti di persone e di luoghi che si sottraggono ad ogni categorizzazione perché si collocano “al di fuori della Storia”.
Quando lo staff di Salvini, su un tema popolare, ha individuato l’orientamento maggioritario, allora il leader interviene per farsene sostenitore ed anzi strenuo difensore contro nemici spesso solo immaginari.
E’ come se un rapinatore anziché il classico “O la borsa o la vita” gridasse “Quid pro quo” lasciando alla vittima l’onere di comprendere il messaggio.
Il mistero è fitto, come spesso accade con Leonardo. Secondo alcuni studiosi, il disegno a carboncino conservato nel museo Condé di Chantilly raffigurerebbe una Gioconda nuda e sarebbe riconducibile al maestro.
Non può l’Europa delle idealità chiudere gli occhi di fronte all’oppressione spietata di altri popoli cui viene negato un diritto ancora più primordiale, quello di esistere e di rispondere alla repressione violenta.
Prima la Russia o l’America o l’Italia o qualunque altra Nazione. Questa la risposta che accomuna i regimi autocratici con i movimenti neopopulisti e sovranisti.